C’è poco da scherzare. In questi giorni stiamo assistendo ad un evento straordinario che dovrebbe far riflettere molti su rischi (e opportunità) che solo una situazione come questa può aiutare a mettere in luce.

La notizia di queste ore è che il Coronavirus rischia di incidere intorno allo 0,2% del PIL italiano 2020 (che quest’anno era stimato in cescita del ben 0,6%!) ma c’è chi, come Milano Finanza, mette in evidenza come il blocco del Nord Italia mette in gioco oltre il 30% del Pil Nazionale.

In questo disastro gli unici che a livello mondiale ne stanno traendo beneficio sono i business “on line” e i sistemi di pagamento elettronici.

Uscendo dall’emergenza per riportarci in una condizione di una normalità, quali riflessioni si possono fare?

A me ne vengono in mente almeno due.

La prima riguarda la solidità del business: quanti e quali sono i pilastri che sostengono il nostro business e quali sono i loro punti critici? Questi pilastri sono sotto controllo e in grado di assorbire gli scossoni provenienti dall’esterno? Forza lavoro? Catena di fornituta? Mercati di riferimento?

In un tessuto industriale come quello Italiano, fatto da piccole e piccolissime imprese radicate sul territorio la risposta è… inquietante.

La seconda considerazione riguarda l’adozione di strategie di internazionalizzazione, digitalizzazione, telelavoro, strumenti di cui si parla da anni a che ancora oggi fanno fatica ad entrare nelle PMI italiane.

PMI che continuano a superare situazioni di stress, ma a che prezzo?

Non si può certo pensare di cambiare il tessuto economico per far fronte a situazioni di emergenza nazionale, sempre che le situazioni di emergenza nazionale non cambino le condizioni che permettono a questo tessuto economico di continuare ad esistere.

Iniziare però una seria riflessione sui rischi e sulle opportunità, oltre che essere un requisito di norma, dovrebbe essere una priorità di ogni imprenditore, oggi diventata un “obbligo” alla luce dello stravolgimento della regolamentazione della “crisi di impresa” che ha di fatto spazzato via il motivo per cui costituire una “Società a Responsabilità limitata”.

Se non ti è chiara la correlazione fra un Sistema Qualità, l’approccio basato sul rischio e la normativa cogente sulla “crisi di impresa” penso sarebbe utile per te contattarci, prima che diventi troppo tardi!