“Essere aperti, essere trasparenti, essere autentici” .

E’ il mantra che Charlene Li propone nel libro “Open Leadership”. 

Mentre le aziende cercano di sfruttare con successo le nuove leve social e digital, i manager sono chiamati a reimpostare il loro modello di leadership in base alle nuove logiche relazionali, culturali e cognitive.

Gli aspetti problematici che spesso costituiscono un ostacolo ai leader nel ridefinire il loro sistema di relazioni,

L’autrice ritiene che l’open leadership richiede innanzitutto la necessità di “perdere il controllo” e di porsi su un piano virtuale di reciprocità con i propri collaboratori. 

Questo tipo di leadership attribuisce molta importanza ad alcuni aspetti sintetizzabili in cinque punti:

  • Accettare che clienti e dipendenti abbiano preso il potere
  • Condividere con continuità per costruire un legame di fiducia
  • Coltivare la curiosità e l’umiltà
  • Sapere che l’apertura significa anche responsabilità
  • Perdonare gli insuccessi propri e altrui

Gli insuccessi sono una componente inevitabile nel lavoro ed è importante saperli comunicare e condividere per dargli quella sana visibilità con cui le organizzazioni aperte incrementano fiducia e vicinanza con i clienti interni ed esterni. 

In cosa differisce questo tipo di leadership dalla leadership tradizionale?

In primo luogo i leader “aperti “ fungono da catalizzatore per la creazione di una maggiore apertura nell’organizzazione, con modalità che differiscono in modo significativo da tradizionale leadership:

  • Strategia
    • Leadership tradizionale: impostare una strategia e comandare il controllo attraverso la catena di comando
    • Leadership aperta: impostare una strategia e generare impegno con una visione comune condivisa
  • Comunicazione Vision
    • Leadership tradizionale: usa la comunicazione per trasmettere la vision e le strategie aziendali
    • Leadership aperta: utilizza il network per diffondere la vision e le strategie aziendali
  • Condivisione
    • Leadership tradizionale: controlla strettamente le informazioni per paura di una fuga delle informazioni
    • Leadership aperta: sviluppa una cultura di condivisione affidabile delle informazioni

La leadership digitale

La dimensione digitale è spesso ridotta a una mera questione di tecnologia. 

In realtà comporta un’ampia visione della rivoluzione che sta generando nella quotidianità di tutti noi, una rivoluzione che rende necessario ripensare alla leadership, alle modalità con cui lavoriamo, al modo con cui pensiamo a ciò che facciamo. 

La leadership aperta all’evoluzione digitale presuppone una sorta di coalizione tra due forze che in qualche modo coabitano all’interno di un’organizzazione, ovvero la gestione degli strumenti digitali e la gestione della cultura digitale. 

A questa leadership è affidato quel cambiamento organizzativo scandito dall’innovazione tecnologica e dall’implementazione di processi che abilitano le persone a un’evoluzione dell’esperienza professionale.

Questa coalizione è possibile se innanzitutto esiste un preciso mandato e l’esplicito consenso dei vertici dell’azienda. 

Occorre inoltre la figura di un manager con 4 set di competenze: una persona che conosca la tecnologia, la comunicazione, le persone e la cultura dell’organizzazione.

C’è bisogno di leader che sappiano coltivare e promuovere l’arte del possibile.

Manager che sperimentano nuovi processi, creano ambienti di collaborazione, aggregano dati in tempo reale e li rendono significativi.

Il mercato è in uno stato di costante cambiamento e le organizzazioni vogliono introdurre nuove strategie e affidarle a collaboratori capaci di vedere il cambiamento, prevederne l’impatto sul business e valutare rapidamente le azioni da intraprendere.